1881

She graduates in Scenography in 2004, at the Accademia di Belle Arti di Brera, Milan with a dissertation on photographer Jeff Wall.

In the same year she gets a grant to attend courses at the Italian Institute of Photography where she gets the diploma in 2005. Between 2004 and 2006 she works at the contemporary art gallery Artandgallery in Milan. In 2007 she attends a Master course of IT applied to scenography at Accademia della Scala and Politecnico (Milan).

Influenced by Jeff Wall, Peter Handke, Sam Taylor Wood, my interest focuses on cities’ borders. I incorporate figures within urban spaces and try to recreate a landscape of the mind. Soliloquy, story, dumb dialogue, all the fragments of daily life are put together. A place of connections clashes with the limits of reality: “this draft of an abandoned city is a rather extraordinary scene”.

EXPOSITIONS

2014

  • Open Call Exhibition, One eyed Jacks Gallery,  Brighton UK.
  • Alphabet of metropolitan city. Palazzo delle Stelline , Milano

2013

  • Hamlet, Or Not, personal exhibition,  Teatro Franco Parenti, Milan

2012

  • Sticks to the mind, Galerie Majke Hüsstege, Holland
  • Firt Vision, Belvedere Gallery, Milan

2011

  • Vulpes pilum mutare, Museum Civico Bassano del Grappa, by Carolina Lio
  • S. Fedele Prize
  • San Fedele gallery Milan
  • Mario Razzano for young Artist Prize – Biennale di Benevento
  • ARCOS Museum of contemporary art Benevento

2010

  • Art Laguna Collection Fornace of Asolo Treviso
  • Festival of European Photography of Reggio Emilia
  • Spaziare Gallery Reggio Emilia by Giovanni Cervi
  • Digital Brains by Alessandro Trabucco
  • Artandgallery Milan
  • Art Laguna Prize
  • Tese di S. Cristoforo Arsenale Venenice

2009

  • 10° Cairo Prize by Manuela Gandini Palazzo della Permanente Milan
  • Turin Photo Festival Manifatture dei Tabacchi Turin
  • Photosintesi Piacenza – ex Macello Piacenza
  • Border, by Silvia Moro – Joske Milan

2008

  • Art Prize Laguna – Giardini della Biennale Venice

2005

  • No parachute for Xmas – Artandgallery – Milan

In dissoluzione, senza orientamenti stabili, in un tempo dove la flessibilità è la parola più usata fuggiamo dagli impegni stabili e rincorriamo l’autoaffermazione fino a scomparire nell’isolamento.
Nascosti dietro collettività virtuali esterniamo il bisogno di condivisione mentre nel mondo reale costruiamo muri, barriere e divisori per separarci dal diverso, attanagliati dall’insicurezza.
Il progetto riflette su un’identità che si nasconde, i miei personaggi fuggono dimenticando di domandare a se stessi dove si stanno dirigendo. La figura umana scompare dietro fumi artificiali di cui intendo sfruttare il gioco effimero, la breve durata e il disperdersi casualmente nell’aria. In questa atmosfera rarefatta e nebulosa dietro un apparente annichilimento si nasconde l’ansia di cambiare il monIn dissoluzione, senza orientamenti stabili, in un tempo dove la flessibilità è la parola più usata fuggiamo dagli impegni stabili e rincorriamo l’autoaffermazione fino a scomparire nell’isolamento.
Nascosti dietro collettività virtuali esterniamo il bisogno di condivisione mentre nel mondo reale costruiamo muri, barriere e divisori per separarci dal diverso, attanagliati dall’insicurezza.
Il progetto riflette su un’identità che si nasconde, i miei personaggi fuggono dimenticando di domandare a se stessi dove si stanno dirigendo. La figura umana scompare dietro fumi artificiali di cui intendo sfruttare il gioco effimero, la breve durata e il disperdersi casualmente nell’aria. In questa atmosfera rarefatta e nebulosa dietro un apparente annichilimento si nasconde l’ansia di cambiare il mondo.

Breaking up, loosing our stable bearings, during an age in which flexibility is the most used word, we flee our commitments and we chase after our assertiveness until we disappear in isolation.
Hidden by virtual communities, we display our need for sharing while in the real world we keep on building walls, barriers, bulwarks to stay away from what is different, tortured by insecurity.
The project has started with the ribellions/riots in Egypt and in Syria, with the greek demonstrations and with the “Indignados” in Spain.
aking up, loosing our stable bearings, during an age in which flexibility is the most used word, we flee our commitments and we chase after our assertiveness until we disappear in isolation.
Hidden by virtual communities, we display our need for sharing while in the real world we keep on building walls, barriers, bulwarks to stay away from what is different, tortured by insecurity.
The project has started with the ribellions/riots in Egypt and in Syria, with the greek demonstrations and with the “Indignados” in Spain.

HAMLET AGAIN

Per sfuggire alla pazzia l’uomo accetta di seguire le regole sociali conformarsi alle pose e indossare maschere. Una grande varietà di meccanismi d’evasione masochismo, sadismo, distruttività, conformismo, producono una riduzione dell’alienazione e dell’ansia ma solo al caro prezzo della rinuncia della propria individualità.
Amleto è l’eroe tragico che si immerge nel caos e cerca la via d’uscita passando dalla follia alla finzione. Ophelia vive il disincanto della vita e si abbandona alla morte. Con questo lavoro ho voluto rielaborare le personalità di Amleto e Ofelia e ricreare alcuni eventi corali che nella tragedia hanno un ruolo di passaggio fondamentale. Ho lavorato sulla simbologia, sulla resa cromatica e sul senso del tatto. Ho ribaltato il ruolo dell’acqua e della terra immergendo Amleto nel liquido amniotico e sotterrando Ofelia con una coltre di foglie morte.